Dr. Matteo D’Elia

Biologo e nutrizionista antiage

Microbiota intestinale e probiotici (parte 1)

La storia dei probiotici

L’evidenza scientifica sui benefici dei fermenti lattici, risale ai primi del ‘900, quando il biologo e futuro premio Nobel per la medicina, Elia Metchnikoff, descrisse i potenziali benefici, legati alla longevità, correlati all’elevato consumo di alimenti fermentati nell’est Europa.

Metchnikoff spiega, in quello che ad oggi risulta essere un primo vero trattato di longevità, come il largo consumo di yogurt nelle popolazioni di pastori caucasici possa aver influito sul benessere dell’organismo e ipotizza dunque  che la presenza di batteri nell’intestino possa influenzare la salute della persona, ritenendoli quindi responsabili del benessere dell’organismo.

La longevità (di questa popolazione) venne quindi correlata al largo consumo di alimenti fermentati, ipotizzando così un ruolo chiave dei batteri lattici nel benessere dell’organismo.

Ed è così che, da oltre 100 anni, il tema resta argomento di grande interesse scientifico, divenuto ormai anche popolare.

 

La nascita della parola probiotico

Il primo fermento lattico arrivò sul mercato Europeo nel 1906, successivamente, negli anni ’30, prodotti contenenti Lactobacillus acidophilus e casei Shirota furono lanciati rispettivamente nei mercati USA e in Giappone. L’interesse crescente sul tema, ci porta sino al 1965, anno in cui venne introdotta la parola: probiotico.

Prima definizione del 1965

sostanze secrete da batteri, capaci di stimolare l’accrescimento di altri batteri,  con attività considerata  ‘’opposta a quella dell’antibiotico’’

Cos’è il Microbiota Intestinale

Il microbiota intestinale è da intendersi un vero e proprio ‘’ecosistema’’: insieme naturale di organismi viventi (archea, batteri, protozoi, funghi, virus e fagi) che abita l’intestino umano.

Molteplici studi hanno dimostrato il ruolo del microbiota intestinale nella patogenesi di numerosi disturbi metabolici, immunologici e neurologici.

Il microbiota batterico intestinale: ‘’A new organ in your body’’

Il microbiota intestinale è ormai considerato un vero e proprio “nuovo” organo, poiché si comporta come tale: se viene danneggiato ci fa ammalare, può essere lui stesso causa di malattie, possiede rimedi o farmaci ‘’dedicati’’ (prebiotici, probiotici, post-biotici) e addirittura può essere trapiantato (trapianto del microbiota fecale).

Più precisamente si parla di organo diffuso, dotato cioè di una sede centrale: il colon (dove la popolazione è maggiormente presente), capace di influenzare i suoi distaccamenti presenti in tutto il corpo: bocca, stomaco, cute, pelle, apparato urogenitale, polmone.

Come si forma il Microbiota intestinale

I processi di colonizzazione dell’intestino hanno inizio sin dalla nascita, i momenti fondamentali sono:

  1. il parto naturale, grazie all’entrata in contatto delle mucose orali del bambino con il canale anale materno;
  2. l’allattamento al seno, momento in cui avviene il trasferimento di parte del microbiota materno, attraverso il circolo entero-mammario.

Ne consegue che il bambino possederà circa il 95% del microbiota materno, più un contributo del 5% paterno (attraverso i vari contatti, entro i 4 anni, es. cute-cute, baci).

Durante i primi 4 anni di vita del bambino il microbiota si arricchisce, si rinforza e aumenta i parametri fondamentali, che definiscono un microbiota in salute: ricchezza e diversità, generando il core centrale del microbiota futuro dell’adulto.

Le 5 funzioni del microbiota

  1. Azione protettiva

Resistenza alla colonizzazione di batteri patogeni impedendo la loro conseguente traslocazione.

  1. Azione trofico-metabolica

Fondamentale per la sintesi di vitamine (biotina, acido folico, vitamina K2, vitamine del gruppo B), per l’assorbimento di sali minerali (Mg, Ca, Fe) e per la produzione di nutrienti per gli enterociti (cellule intestinali) come SCFA (Acidi grassi a media catena), piccoli aminoacidi e fattori di crescita.

  1. Azione immunomodulante

I batteri intestinali svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione dell’attività e della risposta immunitaria, grazie all’interazione con l’immunità della mucosa dell’ospite e modulano lo sviluppo di varie cellule immunitarie. Il GALT (tessuto linfoide associato all’intestino) è la centrale operativa della risposta immunitaria intestinale.

  1. Attività Strutturale

capacità di mantenere l’integrità strutturale dell’ambiente gastrointestinale (rinforzando le tight junction, ossia giunzioni cellulari che permettono l’adesione tra cellule) e di svolgere un ruolo nella formazione e nel mantenimento della barriera mucosa dell’intestino

  1. Regolazione della motilità intestinale

Azione diretta e indiretta tramite liberazione di prodotti della fermentazione che favoriscono il naturale meccanismo di contrazione e attività di fattori neuroendocrini intestinali che favoriscono il rilassamento del colon.

Come scegliere un buon probiotico

Ultima definizione della FAO 2001

«microrganismi vivi e vitali che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo».

L’equilibrio del microbiota viene influenzato e sottoposto a continue modifiche, sia in senso positivo che in senso negativo, molti sono i fattori che influenzano questo fenomeno: stile di vita, alimentazione, sesso, età, attività fisica.

In termini generali, i probiotici sono un utile strumento per mantenere il corretto equilibrio della popolazione dei microrganismi intestinali che compongono il microbiota. Caratteristiche chiave:

  1. PROBIOTICO CEPPO – SPECIFICO

Un probiotico viene definito ceppo – specifico quando contiene al suo interno un particolare ceppo utilizzato negli studi clinici di riferimento per il target terapeutico.  La qualità di un probiotico è associata alla scelta del microrganismo, una buona formulazione deve tener conto di capacità specifiche:

  • Poter colonizzare la ‘’nicchia ecologica’’ dell’intestino umano
  • Esplicare beneficio a livello di evidenza clinica
  1. PROBIOTICO SPECIE –  SPECIFICO

Il concetto specie-specificità riguarda il fatto di utilizzare ceppi batterici adatti alla specie, ossia autoctoni. Ceppi probiotici autoctoni dell’uomo, hanno elevata capacità di formare colonie e diventare residenti nel nostro organismo.

Dott. Matteo D’Elia

Matteo D’Elia – miodottore.it